Contigliano - Guida Turistica

CERCA ALBERGHI
Alberghi Contigliano
Check-in
Check-out
Altra destinazione


.: CONTIGLIANO
 Contigliano è un comune di 3.408 abitanti della provincia di Rieti.
 Molte pagine della sua storia restano ancora un mistero, a cominciare dal suo stesso nome che per molto tempo si è voluto far risalire all'antica Contilia con la mitica isola naturale descritta da Seneca. Tale tesi, tutt'altro che verificata, è però smentita da quella non certa ma senza dubbio più credibile, che fa derivare l'etimologia di Contigliano da un «Fundus» o un «Praedium» della «gens Quintilia». Contigliano è sorto sulle rovine di un insediamento romano. Il luogo di culto più antico del territorio contiglianese è certamente l'antica pieve di San Lorenzo, i cui ruderi, in aperta campagna, sono ancora visibili.Edificata nel XII secolo ad opera di maestranze cistercestensi su resti di un luogo di culto di origine pagana, è menzionata in una bolla di Anastasio IV nel 1153, dove è registrata fra le Pievi della Diocesi di Rieti. Nell'anno 770 il Chronicon Farense cita infatti «locus Quintiliani» e fino alla fine dell'anno mille diversi documenti tra cui il Regesto Farfense, un privilegio dell'imperatore Lotario (857) e uno di Ludovico lì (859), fanno continuamente riferimento ad un locus Quintilianus. Nel 1157 abbiamo la certezza dell'esistenza di un paese fortificato (Castellum Quintiliani) che sorgeva sul colle dove oggi si trova la parte più antica dell'abitato. Nel XV secolo Contigliano è, per la sua posizione strategica, il castello più importante della Val Canera e Rieti vi esercitava, per il tramite di un Vicario, un bel controllato potere.
 La tranquilla vita del paese fu sconvolta per la prima volta nel 1436 dall'invasione di lacopo Matteuccio de L'Aquila che vi si insediò come commissario di Micheletto Attendolo Sforza. La signoria sforzesca, malgrado fosse gradita dai sudditi, non poteva certamente esser tollerata dai reatini che oltre a Contigliano si videro espugnare Collebaccaro, Scornabecco (oggi S. Filippo), Poggio Perugino e Cerchiara. A tentare di pacare gli animi intervenne anche il cardinale Giovanni Vitelleschi legato di papa Eugenio IV, che consigliò ai reatini di riacquistare i territori sottratti tramite un esborso di denaro alla famiglia Sforza. Ma tutte le trattative mediate dal Vitelleschi fallirono e il 2 maggio 1436 il Consiglio Generale del Comune di Rieti decise di ottenere i suoi scopi tramite la forza. Dal 3 al 14 maggio Contigliano fu cinta d'assedio ma, malgrado le rovinose devastazioni dei soldati reatini, il paese restò saldamente in mano ai soldati di lacopo Matteuccio de L'Aquila. Rieti per poter tornare in possesso dell'importante castello dovette quindi assoggettarsi alle forti richieste di denaro degli occupanti e soltanto il 21 maggio dello stesso anno potette nominarvi un suo nuovo vicario. Con molta probabilità fu questa l'occasione in cui nella facciata dei palazzo comunale venne murato uno stemma di Rieti che oggi si trova collocato all'interno dei palazzo stesso .
 Il castello nel 1501 venne preso d'assalto da una schiera di soldati di ventura capitanati da Vitelozzo Viteli, che espugnarono e saccheggiarono la roccaforte. Il notaro orvietano Tommaso Silvestro, di questo evento, annota nel suo diario : « ... in quel mezzo che lui parlava ussì ad piede delle mura, una donna buctò un sasso grosso per dargle, gle colse sul piede, et stava a cavallo; alquanto gle fece male, allora «immediate» fece dare la battaglia; et presero per forza, et entrò in quel luoco, dove stava quella donna che gle diede, et la prima morta fu quella donna: et entrando dentro de suoi genti, admazzarono 127 homini et quattro donne, quasi non ce rimase più homo, excepti quelle erano gite fuore, et mise ad saccomando lo decto castello». Tanto fu spietata l'assedio di Vitellozzo Vitelli che nel 1515 la popolazione di Contigliano era  ridotta appena a novanta fuochi. Tuttavia ben presto la vita riprese il suo normale andamento; già nel 1563 i contiglianesi  ottennero il permesso di ampliare la cinta muraria e, a testimoniare la rifioritura economica e demografica dei paese, nel 1563 la chiesa parrocchiale fu elevata a collegiata. Nel XVII secolo Contigliano ebbe un ulteriore sviluppo demografico tanto che la vecchia collegiata di S. Michele Arcangelo e la Chiesa di S. Giovanni costruita nel 1428, non erano più sufficienti a contenere i fedeli. Maturò in questo periodo l'idea di costruire l'attuale collegiata, i lavori della quale iniziati nel 1683 dall'architetto ticinese Michele Chiesa da Moribo inferiore, si protrassero per oltre un secolo. Quando i lavori della collegiata volgevano al termine, siamo già alle porte dei periodo francese nel corso dei quale Contigliano fu uno dei Cantoni rurali della Sabina con un pretore che vi esercitava mansioni giudiziarie e un prefetto consolare con compiti di governo.
 La più rappresentativa figura contiglianese dei periodo risorgimentale fu senza dubbio Luigi Solidati Tiburzi, membro del comitato nazionale romano per la liberazione di Roma, fu arrestato dalla polizia pontificia e rinchiuso per lungo tempo nelle carceri politiche di S. Michele. Deputato al parlamento dal 1865 al 1886, ricopri diversi incarichi come quello di sottosegretario di Stato al ministero di Grazia e Giustizia. Durante il governo De Petris, di vicepresidente della Camera dei Deputati fino al 1886 quando fu eletto Senatore dei Regno. Tra le altre cose è da ricordare il suo fondamentale impegno a sostegno della ferrovia Terni – Rieti - L'Aquila, soprattutto per il passaggio nelle vicinanze di Contigliano.
 Per tutto il XIX secolo Contigliano restò un paese fondamentalmente legato all'agricoltura esercitata con mezzi semifeudali nei fondi dell'agro reatino ancora largamente paludoso ed infestato dalla malaria. Anche per i contadini contiglianesi l'unificazione nazionale non passò indolore ma produsse notevoli sconvolgimenti sociali ed economici.